Postura corretta
Postura corretta. Esiste?
Per scoprirlo bisogna partire dalla definizione di “Postura”, intesa come “il risultato finale della strategia impiegata per il mantenimento dell’equilibrio, reagendo alle forze interne ed esterne, a cui si è sottoposti di continuo”.
Il nostro corpo, infatti, è costantemente sottoposto a un intenso traffico di informazioni in entrata e in uscita.
Perciò, la postura viene influenzata sia dall’ambiente esterno, circostante, sia da quello interno, proprio dell’organismo. Il controllo posturale è una rielaborazione costante delle informazioni catturate dai recettori, posti come sentinelle per il contesto sociale-economico-culturale e per il contesto interiore in cui il corpo umano è quotidianamente immerso.
Per l’ambiente esterno ci sono recettori:
- tattili
- gustativi
- olfattivi
- visivi
- uditivi
Per l’ambiente interno ci si affida ai recettori:
- Articolari;
- Stomatognatici;
- Viscerali;
- Emotivi;
Basti pensare alla posizione di chiusura che si adotta quando si è colpiti da un mal di pancia o da un avvenimento spiacevole.
La coesistenza di tutte queste variabili, può far intuire come non esista una postura più corretta di altre. L’importante è che il nostro corpo sappia gestire le informazioni in entrata e in uscita mantenendo una postura confortevole, economica e non dolorosa.
La comparsa di ‘mal di schiena’, ‘male al collo’, ‘mal di testa’, ‘male alle ginocchia’, ‘ronzii’, rappresenta solo una parte della famiglia di sindromi da deficienza posturale che possono derivare da una perdita di controllo sul traffico di queste informazioni.
Il dolore, quindi, da considerare non più come un nemico, quanto piuttosto un alleato che, come un salvavita, per evitare danni ulteriori, preferisce obbligare al riposo o a movimenti più lenti e limitati.
Di fronte a una sindrome da deficienza posturale, l’osteopata indaga quali potrebbero essere le strutture coinvolte in questo blackout iniziando con l’anamnesi e proseguendo con una serie di test. Il trattamento utilizza le variabili di intensità, profondità e velocità delle tecniche per avere un’azione stimolante sull’attività dei recettori. Cioè, per poter “risvegliare” o “addormentare” le sentinelle del corpo.
In questo modo, l’osteopata è in grado di ripristinare un corretto traffico di informazioni e di ridurre la sintomatologia dolorosa associata.
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