CAMMINATA A PUNTE IN DENTRO: RAZIONALE
Introduzione Deambulazione a punte in dentro: può capitare di osservare persone che durante la camminata tendono a portare i piedi verso l’interno. Il rischio più comune è di concentrarsi sul piede, tralasciando il fatto che questo in realtà sia un atteggiamento posturale influenzato da diversi fattori che può avere una rilevanza diversa a seconda dell’età.
Definizione: la camminata o deambulazione a “punte in dentro”, si definisce quando le dita dei piedi sono dirette verso l’interno, per cui verso la proiezione a terra dell’asse centrale del corpo.
Cause: le cause della deambulazione a “punte in dentro” possono essere principalmente 3:
- Eccessivo angolo di antiversione femorale: semplificando, corrisponde a “quanto il collo del femore guarda in avanti rispetto al resto del femore stesso”. Nell’adulto quest’angolo è di circa 10° perciò se è maggiore di 10°, significa che il collo del femore e, di conseguenza, anche la testa del femore tende a essere proiettata più in avanti. Per un corretto funzionamento dell’anca, la testa del femore deve articolarsi con il bacino “guardando” la sua dolce metà, chiamata concavità acetabolare del bacino. Ecco che, per centrare la testa del femore nell’acetabolo, tutto l’arto inferiore deve ruotare verso l’interno.
- Torsione tibiale interna: la tibia è l’osso più interno della gamba che connette il ginocchio alla caviglia. questa è la causa più frequente di marcia a punte in dentro in un’età compresa tra 1aa e 3aa.
- Metatarso addotto: sono le ossa lunghe con cui si articolano le falangi dei piedi, assieme alle quali costituiscono l’avampiede. Significa che è presente una deviazione degli stessi verso l’interno per cui l’asse del piede sarà diretto anch’esso verso l’interno.
Sintomi: spesso anche solo l’osservazione della marcia a punte in dentro può rappresentare una preoccupazione per il genitore. E’ fondamentale definire l’età del paziente in quanto le deformazioni che causano la deviazione della marcia verso l’interno sono fisiologiche nei primi anni di età e tendono a risolversi durante la crescita. In particolare:
- L’angolo di antiversione femorale è fisiologicamente più ampio dei 10° prima dei 3aa di età e fino agli 8aa tenderà naturalmente a diminuire sempre più fino ai valori dell’adulto.
- La torsione tibiale interna è fisiologica nei primi anni e durante la crescita del bambino tende a ruotare esternamente.
- Il metatarso addotto tende anch’esso a una correzione spontanea.
Approccio dell’Osteopata:
quindi, è assolutamente fisiologica nei primi anni di vita e tende a risolversi naturalmente entro i primi 8aa. Alcuni atteggiamenti posturali scorretti possono ostacolare il processo correzione fisiologica: la postura seduta a terra con le anche intraruotate e la posizione seduta sui talloni con i piedi rivolti all’interno sono alcune delle posizioni da limitare perchè incentivano la rotazione interna dell’arto inferiore. Qualora l’angolo di antiversione femorale non dovesse normalizzarsi entro gli 8aa di età, si possono instaurare meccanismi posturali compensatori in primis a livello di piede, ginocchia e colonna vertebrale.
Nel tempo possono sfociare in diversi dolori quali: mal di schiena, male al collo, dolore al ginocchio, dolore alla pianta del piede e alluce valgo. L’osteopata è in grado di riequilibrare le tensioni posturali, facendo sì che lo sviluppo muscolo-scheletrico possa avvenire in modo più armonioso, senza sovraccaricare le strutture che intervengono come compenso. Quindi, l’osteopata non corregge l’anomalia anatomica instauratasi negli anni, ma fa in modo che questa non si ripercuota negativamente su altre strutture deputate a intervenire per lo svolgimento di un movimento o il mantenimento di una postura
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