Il Dolore e la sua grande COMPLESSITA’
Si tratta di un dolore continuo o ricorrente ad intervalli di mesi od anni, quindi può diventare esso stesso la malattia: in particolare quando si associa a disfunzioni. Ma anche senza lesioni evidenti, dei nervi periferici e/o del sistema nervoso centrale.
La ricerca scientifica sul dolore ha messo in luce di quanto il meccanismo della percezione dolorifica vada ben oltre il semplice “Danno Tissutale” come si dice in termine tecnico. Con ciò si intendono tutte quelle lesioni o alterazioni o presenti nelle articolazioni, muscoli, strutture viscerali o neurologiche del corpo.
Il corpo è portato quando tutto è in equilibrio a smettere di percepire dolore, perché il dolore è uno strumento di allarme e serve per la sopravvivenza.
Se lo stimolo doloroso invece rimane costante informazioni sensoriali di questo tipo arrivano continuamente al cervello generando cambiamenti dal punto di vista neuro molecolare, strutturale e funzionale a livello encefalico. Successivamente si attivano così dei meccanismi psicologici legati all’ansia e all’anticipazione del dolore.
I cambiamenti non si limitano ad essere solo a livello del cervello ma si instaurano anche a livello del midollo vertebrale a causa del continuo bombardamento di informazioni neurologiche che passano.
Queste modificazioni generano un fenomeno particolare, dove basta uno stimolo molto leggero che normalmente non causerebbe dolore a far percepire al soggetto invece una sensazione molto più forte e di tipo doloroso.
Nel dolore cronico tutto il sistema di trasmissione e di gestione delle informazioni a livello delle aree cerebrali e spinali è alterato quanto più c’è compromissione di questo sistema tanto più dolore c’è. Non si sa cosa nasca prima, se è l’alterazione del sistema che genera un aumento del dolore o è il dolore cronico che lo modifica.
In ogni caso diventa quindi necessario cercare di “riprogrammare” completamente i circuiti neurologici che come si sono modificati in un senso possono essere riconvertiti, se non del tutto, almeno in parte.
Per farlo si dovrebbero ridurre gli stimoli dolorifici che provengono dai tessuti, introdurre nuovi comportamenti fisici e lavorare su aspetti emozionali e cognitivi.
L’osteopatia può aiutare a modulare la percezione dolorifica e ridurre tensioni conseguenti al disturbo principale che concorrono a peggiorare il quadro doloroso.
Il cammino per la guarigione sicuramente è lungo e per alcuni aspetti difficile perché richiede al paziente di essere attore protagonista della sua salute.
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